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16 agosto 2008

Alla ricerca del Sacro Graal: la sicurezza in Italia

Governare obbliga talvolta ad assumere decisioni in situazione di grande incertezza. L'esempio classico è quello dei cambiamenti climatici: benché la scienza si sia espressa coerentemente sull'origine e l'effettività dei cambiamenti climatici, gli scenari che prospettano i possibili impatti sono tutt'oggi molto variabili. Qualsiasi decisione assunta oggi potrebbe rivelarsi, un domani, avere un impatto insufficiente o eccessivo, ed avere effetti addirittura negativi.

Ma non è sempre così.

Talvolta i dati sono presenti in gran quantità, disponibili a chiunque ne voglia far qualsiasi uso ragionato. E la loro analisi è alla portata di chiunque. Un esempio è quello relativo alla situazione della criminalità in Italia, la cosiddetta "crisi della sicurezza".

Per arrivare a spiegare in campo l'esercito, il nostro governo deve aver senz'altro analizzato i dati sulla criminalità in Italia, ed aver valutato che a fronte di un incremento incredibile degli atti criminosi, la presenza delle forze di pubblica sicurezza spiegate sul nostro territorio fosse assolutamente inadeguata.

E' davvero così? Non è poi così difficile andare a verificare. Il sito web di Eurostat, l'Istituto di Statistiche dell'Unione Europea, contiene tutte le statistiche aggiornate fornite dagli Stati membri. Il database di Eurostat è liberamente accessibile a tutti, ed i dati sono organizzati per grandi temi: tutti i dati necessari ad analizzare la questione criminalità sono reperibili sotto il tema "Population and Social Conditions", che include i sottotemi "Population" e "Crime and Criminal Justice".

Utilizzando i dati così raccolti,è facile creare grafici che siano immediatamente comprensibili, senza perdersi nel mare di numeri elencati nel database. Per facilitare un paragone con altre realtà europee a noi prossime, sono stati selezionati i 4 paesi europei più prossimi all'Italia per vicinanza geografica, culturale o demografica: Francia, Germania, Regno Unito (Inghilterra e Galles) e Spagna.

Tali grafici dovrebbero facilmente rivelare la situazione gravissima in cui versa la lotta alla criminalità in Italia. Vediamo il primo:
Questo grafico riporta il totale dei reati denunciati alle autorità di P.S. nel periodo 1994-2006. La linea verde identifica l'Italia, ed indica il numero di reati denunciati ogni 100.000 cittadini. La prima sorpresa è che l'Italia è il paese col minor numero di reati fra i 5 grandi d'Europa!

C'è in effetti un lieve incremento del numero di reati denunciati, soprattutto a partire dal 2004... proviamo ad osservare al microscopio:
Questo grafico copre lo stesso periodo, ma riguarda soltanto i reati connessi al traffico di droga. E' sicuramente una voce importante della criminalità in Italia, connessa probabilmente al ruolo dell'Italia come ponte verso il medio oriente e transito delle forniture al resto d'Europa. Tuttavia, il numero di reati denunciati è in calo, quindi non è questa la causa dell'emergenza sicurezza...

Cerchiamo allora da un'altra parte:
Questo grafico indica le rapine. Nessun cambiamento apprezzabile dal 1994. Peraltro vanno notati i picchi impressionanti verificatosi in Inghilterra e Francia fra il 2000 e il 2001: quelle sì che assomigliano ad emergenze sicurezza! Ma continuiamo la nostra ricerca:
In questo caso possiamo osservare la situazione relativa ai furti in casa: ecco forse la ragione del lieve incremento registrato sul totale dei delitti notato inizialmente intorno al 2006. Ma in effetti, non è tanto il 2006 ad essere eccezionale, quanto il 2004, che ci aveva abituato decisamente bene. Il 2006 alla fine si rivela nella media del decennio, che mostra un lento ma costante calo.

Non ci resta che un posto dove cercare:
Sono i crimini più efferati, gli omicidi. Eppure, neanche qui si trova traccia dell'emergenza sicurezza in Italia. Ancora una volta l'Inghilterra dà un'idea di cosa possa considerarsi emergenza, col picco di omicidi intorno al 2001-2002. Ma in Italia il fenomeno è in calo costante da più di un decennio.

La situazione è confermata anche allargando ulteriormente la visione:
Questo grafico riporta l'andamento del fenomeno criminoso dal 1970. In effetti l'Italia ha vissuto un periodo di grande incremento della criminalità nella seconda metà degli anni '80, in linea con gli altri paesi europei. Non si può però evitare di notare che, a differenza degli altri paesi europei, la criminalità in Italia, a partire dai primi anni '90, si è sostanzialmente stabilizzata, fermandosi su un 'plateau' che la porta ad essere il grande paese europeo più sicuro in assoluto.

La risposta del governo al problema criminalità deve allora essere stata motivata dall'altro aspetto della questione: una scarsità assoluta di risorse umane a disposizione per assicurare l'ordine pubblico! Vediamo:
Questo grafico riporta il numero di risorse (di poliziotti, carabinieri, finanzieri o altre forze assimilabili) deputate alla tutela dell'ordine pubblico. Questo è veramente stupefacente: l'Italia è il paese con il maggior numero di forze di polizia di tutta Europa, ed il numero di poliziotti (o simili) a disposizione del governo ha toccato un picco massimo fra il 2004 e il 2006!

Ma allora l'esercito nelle città italiane, esattamente, a cosa serve???

Lo vedremo la prossima puntata...

12 marzo 2008

Fuori le donne!

Era l'ottobre del 2005 quando, Berlusconi al governo, il Parlamento discusse e votò la proposta di legge sulle "quote rosa".

Secondo la proposta avanzata dall'allora ministra per le pari opportunità Prestigiacomo, i partiti avrebbero dovuto presentare liste di candidati con un minimo del 25% di donne.

La proposta sembrava sottodimensionata a molte esponenti politiche di entrambi i fronti, ciononostante venne bocciata - al grido di "fuori le donne!" - dal partito trasversale dei "maschi": 452 voti contrari e solo 140 a favore.

In quell'occasione, forse mosso dalle lacrime di umiliazione della Prestigiacomo, Berlusconi affermo' che Forza Italia si sarebbe comportata "come se", cioè come se le quote rosa fossero state stabilite per legge. Senza andare a riguardare i dati delle elezioni 2006, vediamo un po' come il nuovo soggetto politico creato da Berlusconi si è comportato stavolta.

Mettiamo le cose in chiaro da subito: i numeri del PdL, per quanto riguarda la presenza femminile nelle sue liste, non sono neanche lontanamente comparabili con i numeri del PD. Il PD presenta semplicemente il doppio di donne, sia in assoluto che nelle prime 10 posizioni.
(click sul grafico per ingrandirlo)
La foto che emerge dall'analisi approfondita dei dati del PdL è invece molto più variegata di quella del PD, benché una tendenza generica a posizionare le donne nella parte bassa delle liste (che si era rivelata una costante nel caso del PD) possa essere individuata anche in questo caso.
(click sul grafico per ingrandirlo)
Questa volta pero' ci sono alcune eccezioni, che vanno pero' lette alla luce dei valori assoluti di partecipazione femminile. Non debbono perciò ingannare più di tanto i casi apparentemente positivi. In genere sono infatti generati da un numero talmente esiguo di donne in lista da determinare "falsi positivi". Questo vale per il Piemonte (II circoscriz.), dove ci sono solo 2 donne in lista; per l'Abruzzo, dove le uniche due donne in lista sono entrambe nei primi 10 posti. Il caso della Calabria, tuttavia, dove 3 delle 4 donne in lista sono collocate fra i primi 10 candidati, è invece da prendere come esempio positivo.

Ma vale anche il discorso inverso, e non si possono ignorare i casi di Friuli, Puglia, Basilicata, Sicilia (circoscriz. I) e Sardegna, dove non ci sono donne nelle prime 10 posizioni.

Il posizionamento medio delle donne rappresenta ugualmente una situazione più variegata per il PdL rispetto al PD:
(click sul grafico per ingrandirlo)

Il posizionamento medio delle donne non è sempre peggiore di quello degli uomini: valgono quindi le eccezioni di Trentino-Alto Adige, Abruzzo, Campania II, Puglia e Calabria, dove le donne in media si pongono meglio degli uomini.

Sembrerebbe potersi ipotizzare, alla luce di quanto sopra, che il PdL, non essendosi neppure posto il problema della presenza femminile nelle sue fila, si sia mosso in maniera più libera, posizionando le donne per quello che è stato ritenuto opportuno.

06 marzo 2008

Ho visto cose che voi umani...

Le donne candidate sono contentissime. Ho visto addirittura uomini che volevano cambiare sesso pur di entrare in Parlamento...
Walter Veltroni, leader Pd

E' veramente cosi' oppure la presenza delle donne nelle liste del Partito Democratico e' una presa in giro? Secondo una notizia riportata dal Corriere della Sera, a dispetto del considerevole numero di donne in lista, la segreteria del Partito avrebbe posizionato le candidate in posizioni tali da risultare pressoche' ineleggibili. L'assenza del meccanismo delle preferenze farebbe il resto, condannando le candidate svantaggiate ad una fine precoce della loro corsa verso una poltrona nella prossima legislatura.

Grazie a La Repubblica, che ha pubblicato le liste complete, ho pensato di verificare di prima mano. Ecco i risultati:
(click sul grafico per ingrandirlo)

In blu sono riportate le presenze percentuali di candidate donne nelle prime 10 posizioni delle liste di ciascuna circoscrizione. A dispetto della notevolissima punta del 60% registrata in Trentino Alto Adige, in quasi tutti gli altri casi la presenza % di donne nelle prime 10 posizioni e' considerevolmente inferiore a quella calcolata sulla lista considerata nel suo complesso. La maggior parte delle deputate e' quindi collocata dopo la decima posizione.

E' possibile affermare che c'e' una tendenza a "retrocedere" le donne verso le posizioni di coda? L'impressione viene effettivamente confermata da quest'altr'analisi:

(click sul grafico per ingrandirlo)

In questo caso le barre blu misurano la differenza fra il posizionamento medio degli uomini nelle liste e quello delle donne: le deputate si posizionano ovunque da peggio a molto peggio degli uomini (attenzione al caso specifico del Molise, dove il risultato e' zero... perche' non ci sono donne in lista! Il calcolo matematico dovrebbe quindi dare risultato infinito).

Risulta sorprendente che le donne si collocano molto peggio degli uomini in due regioni tradizionalmente rosse, Emilia Romagna e Toscana, seguite a ruota, e forse sorprende meno, dalla circoscrizione Sicilia II.

08 febbraio 2008

Un governo fantastico

Quando un'amica mi scrive che pensa di non andare a votare alle prossime elezioni, non ce la faccio a tenermi tutto dentro, e decido di reagire cosi':

Cara,

non capisco il motivo di questa tua disaffezione, dopotutto il governo Prodi ha mantenuto quasi tutte le promesse:

- ha finalmente risolto il problema del conflitto di interessi stabilendo chiare regole che limitino l'accesso a cariche pubbliche da parte di soggetti titolari di concessioni televisive

- ha risolto il problema del duopolio televisivo e dell'occupazione abusiva di frequenze analogiche da parte di reti non abilitate a farlo

- ha finalmente riformato il sistema della televisione pubblica, rendendolo piu' autonomo dalle influenze politiche, e superando il rischio che venisse sottomesso a regimi censori per motivi politici, tanto che sia Luttazzi che Sabina Guzzanti sono tornati in Rai

- ha riformato la legge elettorale, elaborando norme che garantiscono al contempo la stabilita' necessaria alla governabilita', mentre tutelano il diritto delle minoranze politiche ad avere adeguata rappresentanza nel processo decisionale

- non ha aumentato le tasse ed ha operato una forte redistribuzione dei redditi, introducendo il reddito sociale minimo garantito

- ha tutelato adeguatamente i diritti degli immigrati ad avere una rappresentanza politica, commisurata al loro contributo alla crescita sociale ed economica del paese, favorendone l'integrazione e combattendo attivamente il rischio di una loro discriminazione causata dagli atteggiamenti populistici e razzisti delle opposizioni che chiedevano a gran forza l'introduzione di misure d'emergenza per favorirne l'espulsione basata meramente su origine etnica

- ha ridato vigore agli impegni del paese sul fronte della cooperazione internazionale (dovresti saperlo bene!), avvicinando la spesa dell'Italia al fatidico 0.7% del PIL, dopo anni che l'Italia si era contraddistinta per essere il secondo fanalino di coda dell'OECD (insieme agli USA).

- ha rivisto il ruolo della partecipazione italiana nell'alleanza atlantica, limitando la partecipazione militare italiana in conflitti fuori dai confini italiani (in linea con l'art.11 della Costituzione) ritirando i militari italiani dall'Afghanistan e limitando la presenza militare statunitense sul suolo italiano

- ha finalmente introdotto una vera politica ambientale promuovendo il ruolo dell'Italia a livello europeo, dove oggi siamo all'avanguardia per utilizzo di energie rinnovabili (solare ed eolico) e per livelli di riciclaggio dei rifiuti urbani (fra pochi anni saremo in grado di superare la Germania) che hanno permesso di ridurre il peso sull'ambiente ai minimi livelli storici, relegando gli anni bui dell'emergenza dei rifiuti in Campania ai libri di storia

- ha soprattutto promosso ed attuato una profonda trasformazione della classe politica (quella che un tempo era sprezzantemente chiamata "casta") realizzando il sogno Berlingueriano della questione morale:
* non si verificano piu' situazioni tipiche della prima Repubblica in cui commissari e vice-commissari speciali per i rifiuti in Campania guadagnavano cifre intorno al
milione di euro l'anno, mentre la popolazione affogava nello squallore e moriva
per gli effetti del degrado ambientale
* non ci sono piu' governi composti da un larghissimo numero di ministri, vice-ministri e sottosegretari per dover soddisfare le richieste di bottega di ogni partito, partitello e partituncolo che partecipa alla spartizione della torta
* non accade piu' che, nononstante il numero di componenti del governo di cui sopra, il numero delle donne sia ancora ridicolmente ed offensivamente basso

Insomma, proprio non capisco quale sia il motivo che ti ha spinto ad esprimerti
cosi' amaramente.

Vi invito ad aggiungere motivi di apprezzamento per il governo appena passato...